Quando muore una persona, bisogna fare la dichiarazione di successione per ottenere la voltura catastale dei beni immobili di proprietà del defunto a nome degli eredi e ritirare dalla banca (e/o altre istituzioni finanziarie) i soldi o i titoli depositati dal defunto.
La legge vieta alle banche di svincolare i soldi se gli eredi non dimostrano di aver dichiarato le attività del defunto nella dichiarazione di successione e ai notai di stipulare atti riguardanti beni immobili se questi non sono stati dichiarati nella dichiarazione di successione.
Inoltre, la dichiarazione di successione è necessaria per quantificare e pagare le imposte di successione.
La dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate dell’ultimo domicilio del defunto (o all’Agenzia delle Entrate di Roma, se il defunto era residente all’estero).
La denuncia di successione non deve essere presentata se gli eredi sono il coniuge o parenti in linea retta, nell’eredità non vi sono beni immobili e l’attivo ereditario non ha un valore superiore a 100.000,00 euro.
Con la dichiarazione di successione bisogna pagare le imposte ipotecarie (2%) e catastali (1%) sul valore dei beni immobili caduti in successione, calcolato sul valore catastale.
Se qualcuno degli eredi può beneficiare delle agevolazioni per la prima casa, le imposte ipotecarie e catastali per quel bene si pagano in misura fissa (200,00 euro ciascuna).